Marco Pintauro | L’ESALTAZIONE DELLE VITTORIE NEI JACKPOT

L’ESALTAZIONE DELLE VITTORIE NEI JACKPOT

Quando leggo con toni trionfalistici del Jackpot dei record al Superenalotto di giornali, radio e tv non penso alle 90 persone che hanno vinto 371 milioni di euro, ma ai 10 milioni di italiani che ci spendono sopra ogni anno circa 27 miliardi di euro quasi tutti perdenti.

Agli 8 miliardi che lo Stato guadagna spesso sulla pelle di persone ludopatiche e ai 7 miliardi che poi spende per curarli.

Non credo né all’abolizione né al proibizionismo, che finirebbe solo per arricchire la criminalità organizzata e gettare milioni di italiani in mani ancora peggiori.

Ma credo anche, profondamente, nell’importanza delle parole e del modo in cui le si usa, specie per chi lo fa di mestiere. L’esaltazione con cui viene celebrato a media unificati la vittoria del Jackpot è un esempio di come NON si dovrebbe raccontare mai il gioco d’azzardo.

Ogni titolone di oggi, ogni “favola” (ho letto anche questo), ogni “riveliamo il sistema segreto…” è il seme delle perdite di domani, di future sofferenze, di nuove patologie che pagheranno il prossimo Jackpot, in un circolo vizioso senza fine.

Perchè non si ricordano le probabilità di fare un 6?

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Le persone sono informate di questo?

Spesso, inoltre sono le persone più modeste ad avere false speranze, provando a cambiarsi la vita.

Nel 2021 lo Stato ha incassato 8 miliardi e 413 milioni di euro dalle imposte derivanti dal gioco legale, una cifra simile a quanto previsto nel Pnrr per investimenti di ammodernamento della rete ospedaliera e dei presidi territoriali

Gli italiani si lamentano spesso delle tasse, della pressione fiscale, degli innumerevoli balzelli disseminati in qualsiasi pertugio possibile, ma poi, senza colpo ferire, buttano via fior soldi nel gioco. I dati disponibili dicono che sono oltre 110 i miliardi che vengono impiegati nel gioco d’azzardo.

Per avere un’idea, tutta la sanità italiana costa cifre simili. Quindi stiamo parlando di un’enormità

Un’evidenza scientifica è forse ancora più impressionante.

Che cosa succede ai pochi che vincono?

La ricerca ha dimostrato che l’87% dei “fortunati vincitori della lotteria”, ritorna povero entro 24 mesi

Perché le persone perdono completamente il controllo quando acquisiscono grandi somme inattese?

Il premio Nobel per l’economia Richard Thaler, ha studiato il concetto di “Mental accounting”.

Propensione al rischio cambia completamente in funzione della fonte da cui proviene il denaro. Come se nel cervello il denaro ottenuto senza fatica, venga inserito in una voce di bilancio “ad alto rischio”. Mentre se la cifra deriva dal lavoro o da altri investimenti complessi allora la quota viene registrata nella sezione “basso rischio”.

Chi vince alla lotteria si trova a gestire un valore enorme conseguito senza sforzo, pertanto la percezione del rischio salta completamente. Un approccio aggressivo e spesso poco diversificato determina ingenti e rapide perdite nel vincitore.

Un’altra dinamica che si estremizza in queste situazioni è l’”ottimismo irrealistico”

Essendo stati fortunati in passato, i vincitori pensano che in futuro continueranno ad esserlo. Ritengono di “essere benedetti, quasi magici”. Questa visione di sé, porta a spese correnti pazzesche, senza alcuna pianificazione per il futuro, nell’illusione che tutto andrà sempre bene.

Una sana educazione finanziaria, una corretta pianificazione, porterà le persone ad ottimizzare le proprie risorse nei mercati finanziari per accrescere il loro patrimonio, lasciando al gioco solo una irrisoria cifra per una risata con gli amici.

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